I 3 punti chiave dell’articolo: Green Computing: cos’è e come funziona Qual è il mercato del Green Computing Cosa cambia per le imprese e i device ICT Cos’è il Green Computing In linea con le esigenze di un mondo sempre più attento al benessere della società e alla salute del pianeta, il Green Computing ha abbandonato da tempo le quinte dell’innovazione e oggi, ben assestato sul palcoscenico della Digital Transformation, rappresenta una delle più interessanti e promettenti frontiere del futuro. Di cosa parliamo nel concreto? Traducibile in italiano come informatica verde, il Green Computing è un approccio del tutto nuovo che estende la sostenibilità all’universo ICT. In pratica parliamo di metodologie e best practice volte a ridurre l’impatto ambientale dei sistemi informatici, hardware e software, in ogni fase del loro ciclo di vita: dalla progettazione alla realizzazione, sino alla gestione operativa. Il tutto con un triplice obiettivo: migliorare l’efficienza energetica, ridurre le emissioni di carbonio e minimizzare l’utilizzo delle risorse naturali. Green Computing ed emissioni CO2: come cambia il panorama IT Per approfondire Green Computing è necessario, però, partire dalle ragioni che ne hanno imposto lo sviluppo, dati alla mano. Interessante, in questo senso, il report di Capgemini: l’impronta di carbonio delle imprese è destinata a espandersi in futuro, sotto la spinta della crescente domanda di potenza di calcolo e di archiviazione dei dati. La ricerca puntualizza anche che, entro il 2025, il numero di dispositivi connessi raggiungerà i 55,7 miliardi, il 75% dei quali su piattaforma IoT. Di conseguenza, i dati IoT generati passeranno dai 18,3 zettabyte del 2019 ai 73,1 zettabyte del 2025, imponendo di conseguenza una più alta richiesta di data center e tecnologie di intelligenza artificiale. In questo scenario, le operazioni dei data center impongono un maggior dispiego energetico - secondo l’IEA, loro sono responsabili dell’1% delle emissioni globali di gas serra legate all’energia - mentre la produzione, la gestione e lo smaltimento dei dispositivi elettronici determinano tuttora un impatto ambientale di primissimo piano. Su questo tema è interessante anche il contributo di McKinsey: secondo il report The Green IT Revolution, oggi l’uso dei dispositivi aziendali in tutto il mondo ha un impatto pari a 350-400 megatoni di gas equivalenti all’anidride carbonica (CO2e), ovvero l’1% di tutte le emissioni di gas serra. Secondo lo studio, il comparto che contribuisce maggiormente alle emissioni Scope 2 e 3 legate alla tecnologia è sicuramente il settore media, comunicazione e servizi. Il contributo della tecnologia aziendale alle emissioni totali è particolarmente elevato, poi, per le assicurazioni (45% delle emissioni totali nello Scope 2) e per i servizi bancari (36%). Perché ricorrere al Green Computing Se, da un lato, è vero che le organizzazioni non considerano le emissioni di CO2 come fonte di di preoccupazione, come lo stesso studio Capgemini conferma, è altrettanto vero che è necessaria una misura di riduzione della propria carbon footprint, in linea con le richieste dei regolatori, del mercato e degli stakeholder. Non a caso, il 78% delle aziende, secondo il report, prevede di diminuire un quarto dell’impronta carbonica con l’IT Sostenibile nei prossimi tre anni. Ed è qui che emerge come cruciale il ruolo del Green Computing. Grazie a un approccio sostenibile alla progettazione, all’uso e allo smaltimento dell’hardware e del software informatico, nonché alla progettazione dei processi aziendali correlati, è infatti possibile allineare il patrimonio IT alle esigenze ESG dell’impresa, contribuendo positivamente agli obiettivi ambientali e climatici, accelerando la transizione verso l’economia circolare e attuando nuovi modelli di business sostenibili e resilienti. I dispositivi ICT nell’era del Green Computing Nel concreto, cosa cambia a livello ICT? Il Green Computing è un approccio che ridisegna i sistemi IT nel loro complesso, con focus su alcune strategie chiave. Revisione dell’intero ciclo di vita dei dispositivi. In fase di produzione e design, ad esempio, si fanno strada il ricorso a materiali ecocompatibili e la riduzione di sostanze nocive. Vengono inoltre promossi il riciclo dei dispositivi obsoleti e l’efficienza energetica dei dispositivi con tecnologie a basso consumo, come processori efficienti e componenti a bassa potenza. Inoltre, l’implementazione di politiche di risparmio energetico, come la gestione intelligente dell’alimentazione e la regolazione delle impostazioni di risparmio energetico, può contribuire a una significativa riduzione dei consumi. Ideale, in questa prospettiva, affidarsi alla logica As A Service. Adozione del cloud computing. Grazie ai servizi cloud – fondamentali per i nuovi workplace digitali - che permettono la condivisione delle risorse e l’ottimizzazione dell’utilizzo dei server, è possibile ridurre l’impatto ambientale del patrimonio IT e il consumo energetico complessivo. Uso di tecnologie innovative. Tecnologie avanzate come l’Edge AI aiutano a migliorare l’efficienza operativa e ridurre gli sprechi. L’AI offre poi anche un importante contributo nell’ottimizzazione del raffreddamento dei data center, riducendo così i consumi. L’adozione di questo insieme di pratiche, da accompagnare poi a politiche sostenibili in ambito ESG, rappresenta la grande sfida del Green Computing. Le imprese si trovano così fra le mani lo strumento che può aiutarle, da un lato, a minimizzare l’impatto ambientale del patrimonio IT e, dall’altro, ad avere un ruolo attivo nella transizione verso un’industria più sostenibile: due passi che il mercato oggi vede come punti di forza e che in futuro saranno rivelarsi decisivi nella grande partita per il posizionamento di mercato. Fonti consultate: Report Sustainable IT, Capgemini IEA Report The Green IT Revolution, McKinsey
I 3 punti chiave dell’articolo: Perché le tecnologie green fanno la differenza anche a livello di ROI Come integrare le tecnologie green in una strategia organizzativa complessiva 7 tecnologie green di cui dotarsi e perché Tecnologie green, fondamentali per fare impresa oggi Sfruttare le tecnologie green per orientare il business verso il successo: oggi non solo è possibile, ma è anche strategicamente necessario. In uno scenario sempre più attento ai risvolti sostenibili dell’operatività aziendale, dato anche il cruciale peso delle policy ESG agli occhi del mercato e degli stakeholder, la scelta di avvalersi di un ecosistema ICT in perfetta linea con le esigenze dell’ambiente può essere fonte di grande valore. La difficoltà, tuttavia, risiede non tanto nell’adesione a questa opzione, quanto nelle sue modalità di applicazione. Valutare e intercettare le tecnologie green che possono fare allo specifico caso aziendale, rivelandosi adeguate a risolvere criticità generando al contempo benefici, può non essere semplice: in questo caso può essere importante far ricorso al supporto di un consulente ad hoc, in grado di mettere a frutto il proprio know how per stabilire quali soluzioni si adattino meglio al contesto e possano rivelarsi più fruttuose. Quali che siano le declinazioni, la decisione di modellare il proprio patrimonio IT nella direzione di una maggior sostenibilità è già di per sé segno di profonda lungimiranza del management: qualunque strategia future-proof, infatti, è ormai fondata su ragionamenti in questo ambito. I principi base di una strategia green Prima di analizzare alcuni esempi di tecnologie green che possono andare incontro alle esigenze del business, migliorandone lo stato di salute, è utile mettere in luce i principi strategici che possono guidarne l’adozione. Dietro ogni scelta tecnologica, infatti, deve risiedere una valutazione di più ampio respiro, in grado di determinare gli orientamenti dell’organizzazione nel suo complesso. 1. Presta attenzione allo spazio di lavoro I lavoratori desiderano e si attendono che la loro azienda sia impegnata sul fronte ambientale: dare quindi segni concreti di interesse su questo fronte è cruciale. Alla base possono esserci i programmi di riciclo degli scarti e dei materiali, ma le aspettative vanno anche oltre e si estendono a tutti gli ambiti dell’operatività aziendale: dalla ricerca di prodotti che consumino meno energia alla scelta di soluzioni hardware con alti tassi di riparabilità e provenienti da fornitori a loro volta impegnati sul fronte ambientale. 2. Punta su un’infrastruttura IT green Creare un’infrastruttura IT sostenibile è un’ambizione sempre più diffusa fra le aziende, le quali pongono il loro focus, a questo scopo, su soluzioni tecnologiche end-to-end in grado di mettere al primo posto l’efficienza energetica e dei materiali. L’essenziale è avvalersi di pratiche di sostenibilità anche lungo tutto il ciclo di vita della tecnologia, senza trascurare l’importanza che può assumere la migrazione al cloud o l’adesione a servizi di compensazione delle emissioni di CO2. 3. Agisci in logica as-a-service Per evitare ridondanze produttive e di processo, nonché inefficienze e sprechi di risorse, una strategia che può fare la differenza consiste nell’adottare tecnologie con logica as-a-service. Questi modelli d’acquisto garantiscono infatti il giusto dimensionamento della tecnologia a servizio dell’azienda, costantemente in linea con le esigenze del momento. Ciò consente anche di evitare l’accumulo di scorte in eccesso o l’esposizione a rischi di sicurezza associati a dispositivi obsoleti. Le soluzioni as-a-service, inoltre, facilitano il turnover della tecnologia, soprattutto in senso circolare, e permettono di assegnare sempre ai dipendenti i modelli più recenti, efficienti e sostenibili. 8 approcci e tecnologie green che possono fare la differenza Ecco quindi, in linea con questi principi strategici, 7 tecnologie green e approcci sostenibili innovativi che possono rivelarsi cruciali per potenziare il business. 1. Edge Computing per ridurre il carico dei Data Center L’Edge Computing è una strategia di elaborazione dati decentralizzata, che sposta parte delle operazioni di calcolo vicino al luogo in cui i dati stessi vengono generati. Questo riduce significativamente la necessità di trasmissione di enormi quantità di dati ai tradizionali data center centralizzati, minimizzando i consumi energetici e migliorando le prestazioni. Implementare un’infrastruttura edge computing richiede l’installazione di server e dispositivi di elaborazione distribuiti in prossimità delle sorgenti, con una gestione coordinata per garantire l’efficienza complessiva del sistema. 2. Sistemi di raffreddamento innovativi per Data Center L’adozione di sistemi di raffreddamento all’avanguardia implica l’implementazione di tecnologie come il raffreddamento a liquido e l’uso di fluidi refrigeranti ecologici. Questi sistemi richiedono la progettazione di un’infrastruttura che consenta il flusso efficiente di questi liquidi attraverso l’hardware dei server. Inoltre, è essenziale integrare sistemi di monitoraggio avanzati per garantire la stabilità termica e l’efficienza di raffreddamento. 3. Blockchain per la sostenibilità della catena di approvvigionamento La blockchain, basata su una struttura di registro distribuito, fornisce una soluzione chiave per il buon governo della catena di approvvigionamento. Nella pratica, ciò significa l’implementazione di contratti intelligenti che automatizzano e registrano le transazioni lungo l’intera catena di fornitura. Questa tecnologia non solo garantisce la tracciabilità e l’autenticità delle materie prime, ma permette anche la quantificazione delle emissioni di carbonio associate a ciascun passo della produzione. 4. Intelligenza artificiale per l’ottimizzazione energetica L’intelligenza artificiale applicata all’ottimizzazione energetica richiede la creazione di modelli predittivi avanzati basati sull’analisi di grandi dataset. L’utilizzo di algoritmi di machine learning può prevedere i picchi di consumo energetico e regolare dinamicamente la distribuzione dell’energia. Questo processo richiede l’integrazione di sensori e dispositivi intelligenti per monitorare e fornire dati in tempo reale. 5. Cloud Computing e migrazione La scelta di un fornitore di servizi cloud sostenibile può comprare anche la selezione di infrastrutture alimentate da fonti rinnovabili. Questo richiede una valutazione dettagliata delle politiche di sostenibilità del fornitore e un controllo puntuale delle fonti energetiche utilizzate. L’ottimizzazione delle risorse cloud implica poi la progettazione di un’architettura scalabile, con l’implementazione di servizi serverless quando possibile, per massimizzare l’efficienza operativa e minimizzare i costi. 6. Architetture serverless per ottimizzare l’uso delle risorse Le architetture serverless sono parte di un approccio di progettazione software per cui i developer creano e gestiscono applicazioni senza governare l’architettura sottostante. In questo modello, le unità di lavoro, chiamate “funzioni”, vengono eseguite in risposta a eventi specifici o richieste, senza la necessità di mantenere server dedicati in modo continuo. Le risorse vengono allocate dinamicamente solo durante l’esecuzione di una funzione, e l’utente paga solo per il tempo effettivo di elaborazione. Questo approccio si rivela particolarmente vantaggioso sia dal punto di vista ambientale che finanziario: da un lato elimina la necessità di mantenere server attivi costantemente, riducendo così i consumi energetici e l’impronta di carbonio associata all’infrastruttura; dall’altro, consente un risparmio significativo eliminando i costi fissi associati all’hardware inutilizzato. 7. I Digital Twin per l’efficienza operativa I Digital Twin o gemelli digitali emergono come alleato essenziale nel bilanciamento tra la riduzione dell’impatto ambientale delle operazioni aziendali e il mantenimento della solidità finanziaria. Grazie alla creazione di repliche virtuali precise di processi e sistemi fisici, i Digital Twin non solo limitano gli sprechi ottimizzando l’uso delle risorse, ma facilitano anche il monitoraggio costante e la manutenzione predittiva, traducendosi in una diminuzione dei consumi energetici, della produzione di rifiuti e delle emissioni associate.
I 4 punti chiave dell’articolo: Cos’è un Green Data Center Quali sono le caratteristiche di un Green Data Center Cosa cambia rispetto a un Data Center tradizionale In che modo riduce le emissioni di CO2 in azienda Green Data Center, partiamo dalle basi I Green Data Center rappresentano un tassello cruciale del percorso di avvicinamento delle imprese al mondo della sostenibilità. Questa espressione va oltre il tradizionale concetto di centro dati e attribuisce all’infrastruttura di archiviazione e gestione dei big data un valore in più: la capacità di ridurre al minimo il proprio impatto sull’ambiente, grazie a specifiche progettuali che possono andare dalle modalità di utilizzo di energia al consumo di acqua sino, ad esempio, alla scelta dei materiali costruttivi. Green Data Center: cos’è e perché se ne parla Ma che cosa sono nel concreto i Green Data Center e qual è il loro contributo alla riduzione della Carbon Footprint aziendale? Per rispondere a questi quesiti è utile inquadrare innanzitutto il contesto, affidandoci ai numeri che descrivono il crescente ruolo dei data center nel quadro della Digital Transformation delle imprese. Come riporta Datacentermap, nel mondo ci sono oggi 5065 Data Center dislocati in oltre 130 Paesi, di cui 97 in Italia. In questo scenario, l’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano puntualizza che, entro il 2025, gli impianti tricolore passeranno a 204 unità, più del doppio di quelli attualmente presenti. Al pari del Green Computing, del risvolto verde di queste strutture si parla con una certa enfasi, in particolare, dal periodo pandemico: un momento nel quale, complici la proliferazione dei dati e la diffusione del lavoro a distanza, è aumentata la necessità di Data Center sempre più sostenibili e allineati alle policy ESG delle imprese. In una parola, Green Data Center. Le specificità di un Green Data Center L’esigenza di ottimizzare i Data Center in termini di impatto ambientale e consumo energetico lungo tutto il loro ciclo di vita ha quindi dato vita a sperimentazioni e best practise dedicate. Dalla progettazione al funzionamento operativo, quel che ne è risultato - in un percorso di sviluppo che ancora prosegue - è la definizione di un modello di Data Center innovativo, il cui valore aggiunto risiede in una serie di caratteristiche apparentemente invisibili. Parliamo del Green Data Center, ovvero di un’infrastruttura che da carbon positive può arrivare a essere carbon neutral o addirittura carbon negative. Ma come si realizza questa trasformazione? Le caratteristiche “invisibili” su cui si può agire, contribuendo conseguentemente alla riduzione delle emissioni di CO2 aziendali, si estendono su vari livelli. Vediamone alcuni. 1. L’importanza di un approccio circolare Un Green Data Center è frutto di una vision che pone attenzione a tutto il ciclo di vita dell’infrastruttura, dal disegno dei sistemi fino al suo smaltimento: una vision di stampo circolare, che valuta e concretizza anche eventuali possibilità di riciclo e recupero. È importante innanzitutto riconsiderare il destino del vecchio hardware, per ridurre sprechi e consumi. In questo senso è ideale affidarsi a partner in grado di garantire lo smaltimento dei sistemi non più utilizzati, affrontando così anche il problema della fine del loro ciclo di vita. 2. Imballaggi e soluzioni produttive sostenibili La strategia che porta a un Green Data Center inizia già nella fase di produzione dei sistemi self storage, sviluppando processi di assemblaggio, preinstallazione e consegna appositamente studiati per limitare gli imballaggi. In fase di produzione, poi, è possibile estendere ai Data Center processi ad alta sostenibilità tipici di altri comparti: un esempio fra i più innovativi - che proviene dal mondo pc - prevede la saldatura a bassa temperatura dei componenti, metodologia che consente di tagliare fino al 35% delle emissioni. 3. Raffreddamento delle infrastrutture Raffreddare un Data Center è fondamentale: a questo scopo, le tecniche più recenti operano su fattori esterni come il miglioramento della dissipazione del calore o su caratteristiche interne come la progettazione del flusso d'aria. Particolarmente gettonate sono, ad esempio, le tecniche come il freecooling o il free chilling, le quali si sono dimostrate estremamente più efficienti rispetto ai metodi di climatizzazione consueti. Fra i più innovativi emerge, poi, un approccio nato per il mondo dei supercalcolatori, dove il problema diventa critico. Il focus in questo caso viene posto sul passaggio dal raffreddamento ad aria al raffreddamento a liquido delle infrastrutture tecnologiche, soluzione che permette di evitare sprechi energetici e un maggior impatti sull’ecosistema. 4. Risparmio idrico ed energetico La progettazione dei Green Data Center è sempre più condizionata da esigenze di risparmio idrico ed energetico, con un’attenzione particolare all’uso di energie rinnovabili: non a caso ogni elemento, dallo stoccaggio dell’energia ai pannelli solari, è proiettato alla riduzione dei consumi. L’utilizzo dell'energia all'interno di ciascun server e di ciascun rack è quindi attentamente studiato. Green Data Center, quanto conta il partner Dato tutto questo, resta un punto fondamentale da considerare per garantire l’efficienza ambientale ed energetica del Green Data Center. Senza una conoscenza approfondita delle prestazioni dell’infrastruttura, le aziende non sono in grado di limitare la CO2 prodotta o di ridurre il volume di acqua necessaria: è quindi cruciale disporre di criteri di misurazione trasparenti. Per agire nella piena scia di una strategia sostenibile è quindi importante affidarsi a un partner in grado di garantire tale capacità di misurazione, ma anche di offrire la possibilità di compensare l’impatto ambientale del proprio sistema per tutto il ciclo di vita, aderendo a iniziative condotte con soggetti certificati. Fonti consultate: Datacentermap.com Osservatorio Data Center, Politecnico di Milano