I 3 punti chiave dell’articolo:
Il concetto di gestione unificata degli endpoint, o Unified Endpoint Management (UEM), si sviluppa in conseguenza della profonda trasformazione delle dinamiche di lavoro verso modelli agili e ibridi. Complice la pandemia, come riporta una ricerca Lenovo, il 70% dei dipendenti vorrebbe infatti lavorare in ambienti ibridi, che consentano loro di alternare l’operatività in presenza con quella da remoto. Questo non solo fa bene alla produttività, ma rende l’azienda molto attraente per i giovani talenti.
La trasformazione del modello di lavoro e la forte digitalizzazione hanno creato una serie di sfide per le divisioni IT delle aziende.
Tutto ciò si innesta in un quadro per nulla esaltante sotto il profilo delle minacce cyber, che negli ultimi anni sono perennemente in crescita. Più dispositivi da gestire e più attacchi formano un mix micidiale per la continuità del business, l’integrità e la confidenzialità dei dati. Senza contare l’aumento di pressione sullo staff IT, che non solo si trova a gestire richieste di supporto in crescita esponenziale, ma deve anche garantire una end-user experience all’altezza, pena una riduzione di produttività.
Al posto di dedicare la propria giornata a progetti innovativi a supporto del business, il team IT rischia così di trascorrere il proprio tempo in attività routinarie come il riavvio dei sistemi, l’applicazione di patch e di aggiornamenti.
Il concetto di Unified Endpoint Management nasce per vincere tutte le sfide appena citate. È una strategia di gestione, ma anche una piattaforma (o un insieme di strumenti, a seconda dei casi) il cui obiettivo è la gestione efficiente, centralizzata e integrata di tutti gli endpoint di un'organizzazione, a prescindere da tipologia, sistema operativo, applicativi in esecuzione, luogo in cui si lavora e reti cui ci si collega. Andiamo più nel dettaglio su come limita i rischi IT.
La gestione centralizzata è il concetto cardine dell’UEM. Osservando una sola console, il team IT (o il partner) acquisisce tutte le informazioni essenziali sullo stato degli endpoint, ma può anche agire sugli stessi in forma individuale o massiva adottando delle automazioni. Si pensi, a tal proposito, all’applicazione delle patch, alla distribuzione degli applicativi e alla configurazione dei dispositivi. Questo riduce il carico di lavoro degli amministratori di sistema e contribuisce a garantire una coerenza nelle configurazioni, tutte rispettose delle policy aziendali.
A seconda della piattaforma o dei contenuti del servizio, nel caso dell’outsourcing, l’Unified Endpoint Management va al di là delle operazioni routinarie. Le soluzioni più evolute adottano infatti un’analisi proattiva basata sui dati che ricevono dagli endpoint, così da identificare in anticipo possibili cause di guasto e di rallentamento delle performance, e attivare tutte le misure del caso prima che la criticità di manifesti.
In questo modo, Unified Endpoint Management diventa un elemento fondamentale per gestire al meglio tutto il ciclo di vita dei dispositivi, non solo gli elementi ripetitivi come gli aggiornamenti e le patch. A titolo d’esempio, una piattaforma UEM potrebbe attivare automaticamente un processo di sostituzione del prodotto, con tanto di ordine al fornitore, qualora le performance rilevate siano troppo carenti e non ci sia modo di potenziarle.
Infine, ma non per importanza, c’è il tema della sicurezza, poiché la protezione degli endpoint è uno dei pilastri delle strategie moderne di sicurezza informatica. Compreso nel concetto di UEM c’è quindi l’implementazione di misure come la crittografia dei dati, il controllo degli accessi, la gestione delle minacce, la conformità alle normative e la protezione dei dati.
Le soluzioni più evolute adottano paradigmi di sicurezza moderni come il monitoraggio e l’analisi del comportamento degli endpoint, così da individuare attività sospette, rilevare e anche rispondere efficacemente alle minacce (ad esempio scollegando l’endpoint dalla rete e bloccando alcune porte), così da garantire un workplace moderno, solido e produttivo.
Fonti consultate: